L’assessore ai Lavori pubblici Luigi Bosco: “in caso di ristrutturazione del cavalcavia, sarebbe stato necessario chiudere completamente
al traffico la circonvallazione”. L'impossibilità di autorizzazione
della perizia alternativa avrebbe condotto all’indebitamento
“L’ipotesi
di messa in sicurezza del cavalcavia del Tondo Gioeni avrebbe non solo
comportato disagi estremamente più gravi per la popolazione di quelli
patiti per il suo abbattimento e la realizzazione della rotatoria
prevista dal progetto originario, ma anche prodotto un indebitamento di almeno sei milioni di euro”.
Lo
ha detto l’assessore ai Lavori pubblici Luigi Bosco, ricordando come,
qualche giorno fa, la Commissione regionale lavori pubblici abbia
espresso parere positivo sugli interventi recenti e meno recenti
effettuati nell' ambito dell' appalto, partito nel 2005, che riguarda la
circonvallazione e il nodo Gioeni.
“Questo
passaggio tecnico – ha sottolineato Bosco - indispensabile per
consentire l' erogazione di fondi di protezione civile per 4,6 milioni
di euro, rappresenta un risultato importantissimo per il Comune di
Catania ottenuto grazie all’azione decisa intrapresa
dall’Amministrazione nella direzione della sicurezza sismica,
dell’efficienza sotto il profilo della funzionalità del traffico e anche
dell’estetica”.
“È
ormai inconfutabile – ha aggiunto Bosco – che il tentativo della
precedente amministrazione di modificare il progetto approvato e
autorizzato dalla Protezione civile, non aveva alcuna possibilità di
risolvere la questione del nodo Gioeni in modo definitivo e avrebbe
comportato nella fase di cantiere disagi estremamente più gravi alla
popolazione, eppure si continua a parlarne come di una sorta di sogno
perduto”.
“Quello
che si omette – ha detto ancora l’Assessore - è che, in caso di
ristrutturazione del cavalcavia, sarebbe stato necessario chiudere completamente
al traffico la circonvallazione, in entrambi i sensi di marcia e senza
nemmeno una corsia libera, per un periodo che qualunque tecnico
stimerebbe tra i sei e i nove mesi. Un’altra cosa che non si dice è che la soluzione di rimettere in sicurezza il cavalcavia avrebbe comportato un
indebitamento del Comune, ovvero di tutti i cittadini catanesi, di
oltre 6 milioni di euro. E questo per l'impossibilità di autorizzazione
della perizia alternativa, con il rischio concreto di vedere lievitare
questa somma per gli interessi legati a ogni giorno di ritardo nel
completamento delle opere”.
Ufficio Stampa Comune di Catania
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